Si conclude oggi la 35esima edizione del centro estivo internazionale dei Villaggi SOS al SOS-Feriendorf di Caldonazzo (TN). I ragazzi del Villaggio Sos di Vicenza rientrano nelle loro case per affrontare le prossime settimane estive.
Dopo il racconto dell’incontro Billy, che ha portato la sua testimonianza di 17enne arrivato in Italia dal sud della Costa d’Avorio, continua il diario di viaggio dei ragazzi del Villaggio Sos di Vicenza da Caldonazzo.
Il racconto di Billy ci ha molto colpito, perciò ciascuno di noi lo ha voluto ringraziare dedicandogli qualche parola scritta.
“Grazie Billy per aver condiviso con noi la tua storia che ha infuso forza”. “Ascoltandoti mi sono accorto che la violenza - che io uso spesso - non serve a niente. Basta avere una forza interiore per poter affrontare gli ostacoli di un viaggio”.
Un viaggio che è continuato anche metaforicamente, nelle giornate a Caldonazzo. Le mattine del campo, infatti, sono state dedicate a un confronto sul tema di come affrontare i viaggi della vita: “Preferisco portare con me un bagaglio di apparenza o di sostanza, quando parto per il mio viaggio personale?”, è la domanda che ci hanno posto gli educatori. E come affrontiamo gli ostacoli che trovo sul cammino?
Di fronte agli ostacoli abbiamo imparato da Billly di dove usare la forza di volontà, la nostra forza interiore. Abbiamo capito che bisogna cercare l’empatia e l’ascolto, per metterci nei panni degli altri e acquisire consapevolezza dei nostri limiti, mettendo fiducia nella relazione con le altre persone. Inoltre, ascoltando le diversità delle altre persone possiamo vedere a capire cose che prima non riuscivamo a mettere a fuoco.
Un altro aspetto importante è preferire il confronto, e non lo scontro, anche se a volte aspettare e socializzare i problemi ci sembra difficile, perché abbiamo paura di apparire deboli. Ma in realtà siamo superiori al conflitto.
Bisogna allora scegliere una via di mezzo, andarsi incontro: nel mezzo di due idee c’è lo spazio di un equilibrio, nel quale siamo tutti alla pari, anche se unici nelle nostre diversità.
Con Marco, un altro educatore, ci siamo confrontati sul tema dell’autonomia intesa come viaggio verso il futuro: il viaggio che tutti dovremo fare. Come ci immaginiamo a 35 anni? È la domanda che ci ha posto, chiedendoci anche di scrivere il modo in cui potremmo raggiungere gli obiettivi che ci diamo.
“Abiterò in una casa abbastanza grande e farò l’architetto. Per diventarlo dovrò studiare di più e impegnarmi”. “Sarò giornalista e vivrò in Canada. Perciò dovrò studiare benissimo l’inglese”. “Avrò dei figli naturali e uno adottivo”. “Scriverò un libro sul mio vissuto”. “Voglio restare a vivere in Italia e lavorare qui, come meccanico, che è un lavoro che già conosco”. “Voglio rimanere in contatto con mia sorella”.
“Auguriamo a tutti di realizzare il percorso immaginato e voluto, ma non sempre la vita ti permette di seguire una strada dritta, a volte ci sono curve, salite o discese e altre volte bisogna proprio cambiare strada”, ha detto Marco. “Per questo è sempre importante pensare a un piano B, un’altra strada possibile, ma non meno importante”.
Un altro piccolo viaggio lo abbiamo fatto camminando in montagna, fin su a cima Vezzena. All’inizio eravamo un po’ in difficoltà per la salita, ma poi siamo stati molto soddisfatti di riuscire ad arrivare alla meta, tutti insieme: da lassù si vedeva un panorama a 360°. In quale direzione porta la nostra strada? Siamo pronti a continuare a camminare.